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Qual è il lavoro di un recruiter? Ecco quali sono le mansioni, i progetti e le caratteristiche di questa professione

Vediamo nel dettaglio chi è il recruiter, quali sono le sue mansione e di cosa si occupa nel dettaglio.
Chi è il recruiter

Il recruiter (o addetto alla selezione) è una figura professionale che lavora nel settore delle Risorse Umane e che si occupa di ricerca e selezione del personale da inserire all’interno di un’azienda.

La figura del recruiter è presente solitamente nelle aziende di medie-grandi dimensioni o all’interno di società specializzate di selezione del personale. Alcuni invece scelgono di intraprendere la strada di liberi professionisti e collaborare privatamente con aziende più o meno grandi.

Questa figura è di vitale importanza per la vita aziendale, è da essa infatti che passano tutti coloro che si inseriscono in azienda e per questo motivo deve conoscere ogni aspetto della vita aziendale, dalle mansioni, alla storia e nel caso di appartenenza ad una società di selezione, ogni aspetto dell’azienda cliente per cui si ricerca oltre che gli aspetti riguardanti il mondo del lavoro in generale come per esempio le tipologie di contratti.

Il recruiter segue tutte le fasi di selezione del candidato, dalla ricerca fino al suo inserimento in azienda, altre figure come l’HR Generalist continuano l’attività fino a che la risorsa non lascia l’azienda con attività di registro presenza, redazione delle buste paga, proroghe di contratto. L’orario è solitamente un full time ma negli ultimi anni causa anche della situazione sanitaria attuale, molte aziende stanno testando lo “smart working” ossia il lavoro da casa.

Il recruiter è solitamente una persona che ha buone doti comunicative e relazionali, con competenze informatiche eccellenti (word, excel e posta elettronica sono di uso quotidiano), grandi doti organizzative, capacità di lavorare in team in ambienti dinamici e sotto stress, buone capacità di problem solving, flessibilità oltre che lavorare per obiettivi.

Un buon recruiter inoltre non deve farsi condizionare dall’intervista del candidato, si deve ricordare in ogni momento di rappresentare l’azienda e tenere un comportamento professionale.

Fasi nella selezione del personale

Dopo aver individuato il profilo ricercato con il manager o con il cliente attraverso quella che viene definita una “call di allineamento”, il recruiter procede alla ricerca della job vacancy nel seguente ordine:

  • Job Description/Job Posting: il recruiter redige un annuncio di ricerca scritto in modo chiaro ed esaustivo della figura ricercata con le competenze necessarie, con i requisiti ideali ed eventuale proposta contrattuale. Spesso viene posta una domanda di sbarramento nei vari motori di selezione per avere un primo strumento di screening automatico (tipica domanda di sbarramento è il possesso della patente o meno).
  • Screening dei cv ricevuti: il recruiter esamina i curriculum ricevuti. Questa attività soprattutto in ambienti frenetici come le società di ricerca e selezione si svolge in pochissimo tempo: il recruiter deve essere in grado di capire subito se la risorse può essere idonea o meno.
    Nel caso in cui non vi siano candidati idonei o nel caso di ricerca di figure professionali di rilievo, il recruiter attua quella che viene definita “ricerca attiva”, ossia è il recruiter stesso che attraverso diversi canali (social o database aziendale) va alla ricerca di un possibile profilo magari in forza di lavoro, proponendogli un’ offerta migliore. Ad oggi il social più utilizzato per questa attività è sicuramente Linkedin che comprende milioni di professionisti con strumenti avanzati di ricerca. Questo strumento permette di trovare figure più in linea con il profilo ricercato e viene definita come una ricerca di qualità perché è il recruiter stesso che esclude a priori candidati non idonei, mentre in una normale candidatura si potrebbero ricevere cv di persone che non hanno nulla a che fare con la posizione ricercata.
  • Colloquio telefonico: il recruiter contatta i candidati in linea con i requisiti e avvia un primo colloquio telefonico per valutarne le competenze (soft e hard skills), le esperienze passate e non ultimo per importanza, l’interessamento alla posizione. Superato il colloquio telefonico possiamo avere un colloquio in sede o in videochiamata (in genere su skype) o colloqui di gruppo (assessment di gruppo).
  • Eventuale colloquio con il manager se si tratta della propria azienda o redigere una “shortlist” per scegliere tra più candidati validi, con un piccolo riassunto delle loro principali caratteristiche ed esperienze da proporre al cliente che poi sceglierà quale/i incontrare.
  • Feedback, ossia il risultato della selezione, fase che troppo spesso viene trascurata dai recruiter in caso di feedback negativo ma che è di vitale importanza per il candidato perché permette a loro di conoscere dove hanno sbagliato e di migliorare
  • Proposta di contratto (accettazione/rifiuto) e inserimento.

Un altro compito dei recruiter è quello di tenere aggiornato i database aziendali, software gestionali come ATS (Applicant Tracking Systems), CMS (Candidate Management Systems) e HRMS (Human Resources Management Systems) sono di vitale importanze per le società di selezione perché sono un bacino da cui attingere figure future, inoltre con questo strumento vengono monitorati anche i KPI (key performance indicator) dei recruiter stessi.

Come si diventa recruiter

Non esiste una vera e propria via per diventare recruiter, esistono diversi percorsi che possono portare a questa posizione.

Tralasciando le caratteristiche che un recruiter deve avere che abbiamo già trattato sopra, il titolo di studio che si richiede solitamente è la laurea. Ci sono diverse lauree preferenziali come economia e psicologia ma non è raro che molti recruiters abbiano lauree in giurisprudenza o discipline umanistiche. Aiutano sicuramente anche corsi specifici o Master che molto spesso sono collegati ad un percorso di inserimento futuro in stage in agenzie del lavoro. Ed infine è valutato fortemente la motivazione della persona a intraprendere questo tipo di lavoro.

Recruiter e crescita professionale

Oltre ad una crescita di status dallo stagista a un recruiter di livello, molti recruiter si specializzano in alcuni settori specifici come l’it

 o nell’ambito finanziario. Altri invece grazie a un ottimo lavoro svolto in simbiosi con l’azienda cliente, vengono letteralmente reclutati dalla stessa con un’offerta contrattuale migliore.
La carriera di un recruiter poi dipende anche dalla realtà in cui è inserito. In una realtà di impresa di medie-grandi dimensioni potrà diventare un HR Manager, se lavora per grandi società strutturate di ricerca e selezione può diventare Team Leader, HR Manager o Regional Manager.

Recruiter e stipendio

Lo stipendio varia in base alla posizione ricoperta, agli anni di anzianità, all’affidamento o meno di progetti specifici.
Possiamo comunque affermare che in Italia, in media un normale recruiter percepisce una RAL (reddito annuale lordo) tra i 20.000 e i 35.000 euro. Ci sono inoltre dei possibili “premi” trimestrali, semestrali o annuali in base al raggiungimento o meno degli obiettivi aziendali, personali o di gruppo come per esempio l’ammontare del fatturato o la chiusura di tot posizioni.

Conclusione

In conclusione il lavoro del recruiter non è un lavoro per tutti. E’ un lavoro che può portare molto stress ma che allo stesso tempo può essere gratificante. Molti recruiter menzionano come uno degli aspetti più belli, il poter aiutare il prossimo a trovare un’occupazione e di veder loro crescere di carriera.

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